La televisione è finzione a tutti i livelli: Alessandro Cecchi Paone, intervistato da Klaus Davi, rivela senza problemi che in Rai e in Mediaset ci sono tantissimi gay, anche tra i conduttori, tutte persone che hanno paura di fare outing:
Rai e Mediaset sono piene di conduttori gay e bisex, ma sono dei veri e propri vigliacchi perché non fanno coming out. Tutti ne parlano nei corridoi delle televisioni e non è un segreto per nessuno, ma poi, a telecamera accesa, diventano vigliacchi e codardi. Non è machismo, secondo me è vigliaccheria, hanno paura. Sono il contrario del machista, hanno una paura tremenda.
Il concetto viene ribadito da Cecchi Paone, uno di coloro che in passato fece coming out:
So di conduttori gay e bisex che non lo rivelano. Ci sono delle persone che fanno finta di essere qualcosa che non sono. Ma nel mondo omosessuale è inutile negare, si viene a sapere subito, frequentano certi ambienti e la gente parla. Detto questo, non credo che in tv questi cripto gay o bisex facciano rete.
Il conduttore, da sempre nemico numero uno del Grande Fratello, ha rivalutato il reality di canale 5, non solo perché meno trash di tanti altri, ma anche perché parla delle realità gay e combatte la xenofobia:
Oggi il ‘Grande Fratello’ è gay friendly e combatte la xenofobia. E’ quanto di meglio ci possa essere nella cultura popolare contro la xenofobia; basta vedere che lo scorso anno ha vinto un rom arrivato dall’Albania. Anche sulla questione gay, non c’è un programma più omosessuale del Grande Fratello, è molto gay friendly.
A proposito di televisione: secondo Cecchi Paone la qualità oggi si trova solo a pagamento, perché quella gratuita deve fare intrattenimento facile nei contenuti e nella realizzazione:
Io sono convinto che ci sia stata una decisione di vertice, di tutte le televisioni, in virtù della quale le cose buone, di qualità, di contenuto, di struttura, si fanno a pagamento su Sky o su Premium, il resto deve essere di intrattenimento leggero.
Fino ad oggi nessuno ha ancora replicato alle sue parole. Varrà l’adagio:”Chi tace acconsente?”